INDICE LIBRETTO PROTESI ANCA

PROTESIANCA.COM SEGUE LE LINEE GUIDA PER L'INFORMAZIONE SANITARIA SU INTERNET DI:

FIRENZE

GENOVA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


MINI - INVASIVITA'

Quando si parla di mini-invasività è giusto distinguere una mini-invasività cutanea rappresentata dalla mini-incisione rispetto ad una mini-invasività ossea, rappresentata dall’esecuzione di un intervento chirurgico nel quale si tenta di conservare più tessuto osseo possibile.
Nel primo caso (mini-incisione), oggi è possibile eseguire accessi cutanei che non superino i 6 cm; è giusto però valutare i vantaggi e gli svantaggi di questi approcci chirurgici. I vantaggi sembrano essere rappresentati da una riduzione delle perdite ematiche, da un recupero funzionale più rapido e da un risultato estetico più gradevole. Molti studi però smentiscono gran parte di questi, sottolineando che, tra una mini-incisione ed una incisione standard non vi sono differenze significative nelle perdite ematiche, nella durata del ricovero e nel tempo chirurgico. Inoltre, dagli stessi studi, vengono messi in evidenza altri svantaggi della mini-incisione, quali un aumentato rischio di fratture femorali o lesioni tendinee, un malposizionamento delle componenti proteiche a causa della scarsa visibilità, un’aumentata incidenza di complicanze post-operatorie (es. fratture del femore prossimale e lesioni parziali o temporanee del nervo femoro-cutaneo laterale) e l’impossibilità di utilizzare protesi a conservazione di collo.
Da tutto ciò è quindi possibile comprendere che un ridotto accesso chirurgico costringe spesso ad un inutile traumatismo dei tessuti molli e ad una ridotta visualizzazione del campo chirurgico con un  aumento degli errori nell’impianto protesico.
Nel caso della mini-invasività ossea, definita anche “Resurfacing”, è importante sottolineare che, per eseguire questo tipo di chirurgia protesica, vi è la necessità di ridurre la testa femorale alle dimensioni del collo, sottoponendo di conseguenza lo stesso ad un rischio di fratture iatrogene. Inoltre è spesso necessario sovra-fresare la componente cotiloidea (incavo osseo situato sulla porzione esterna dell'osso iliaco all’interno del quale ruota la testa del femore dando luogo all'articolazione dell'anca) riducendo in questo modo la quantità di osso in sede pelvica fondamentale per una futura revisione.
La mini-invasività ossea ha anche gli svantaggi di determinare un aumentato rischio di fratture periprotesiche del collo femorale e di necrosi avascolare della testa del femore.
Alla luce di tali osservazioni riteniamo che le attuali protesi di rivestimento, necessarie nell’esecuzione della tecnica mini-invasiva (Resurfacing), non offrano un vantaggio in termini di conservazione del patrimonio osseo totale.

Bibliografia:

 

 

 


PROTESI SU MISURA

Con il termine protesi su misura si vuole descrivere una protesi costituita da componenti (collo e testa) intercambiabili (“modulari”) che permettono di ripristinare le condizione anatomiche ottimali (es: lunghezza).
Questo concetto di “modularità” consente di adattare una protesi standard alle diverse caratteristiche anatomo-fisiologiche del paziente (forma e dimensione femorale), senza compromettere il corretto posizionamento, e quindi maggiore possibilità di stabilità nel tempo dello stelo e del cotile, e senza aumentare in modo eccessivo il numero delle taglie; tutto ciò grazie ai colli intercambiabili che, agendo sulle tre variabili spaziali,  permettono di raggiungere 27 punti nello spazio; inoltre, disponendo di testine a 3 lunghezze, la disponibilità reale diventa di 81 punti disposti nelle 3 dimensioni.  
Queste protesi ci vengono in aiuto anche nei casi in cui l’anatomia dell’articolazione dell’anca non sia fisiologica a causa di alcune patologie, quali, per esempio, la displasia congenita e negli eventuali interventi di revisione per mobilizzazione della componente femorale, offrendoci maggiori possibilità di riottenere le condizioni anatomiche ottimali.

Inoltre, in alcuni interventi di primo impianto, quando, per motivi di tenuta siamo costretti a posizionare la componente cotiloidea con un angolo di inclinazione e/o di anti-retroversione non fisiologico, i colli modulari ci permettono di correggere questo minimo errore in modo da mantenere comunque una corretta articolarità ottenendo, in aggiunta, una buona tenuta della componente cotiloidea. 


Protesi su misura

 

adattatori

 

 

 


NAVIGATORE (Chirugia computer-assistita)

Il navigatore è uno strumento che permette di effettuare interventi di sostituzione protesica all’anca ed al ginocchio con l’ausilio dei dati raccolti durante la pianificazione. Nel corso dell’operazione il software (il termine software, usato in ambito informatico, indica un programma o l'insieme di essi in grado di funzionare su un elaboratore) fornisce al chirurgo i dati sulla lunghezza e sulla mobilità dell’arto e guida la strumentazione nell’inserimento delle componenti protesiche.

In chirurgia protesica ortopedica esistono due sistemi di navigazione computerizzata, uno dipendente dalla TAC (tomografia assiale computerizzata) che acquisisce i dati anatomo - morfologici del paziente utilizzando appunto la tomografia assiale; un altro invece, il cosiddetto "TAC-free", che acquisisce i dati del paziente direttamente in sala operatoria dopo l'applicazione sull'osso di appositi trasmettitori collegati a telecamere ad infrarossi durante l'intervento.

I vantaggi di questo tipo di chirurgia sono una riduzione, almeno teorica, dei tempi chirurgici ed una maggior precisione tecnica; al contrario, gli svantaggi sono rappresentati da una lunga curva di apprendimento, da un meticoloso planning pre-operatorio, dai costi elevati, dall’assenza di software che permettano di applicare la metodica a dimorfismi ed a revisioni protesiche e dalla necessità di una cultura informatica per la gestione del software.
In alcuni casi, anche negli interventi di primo impianto, è necessario, per motivi di tenuta della componente protesica, posizionare il cotile con un angolo di inclinazione e/o di anti-retroversione non fisiologico. Il navigatore  non permette ciò; posiziona, infatti, la componente in modo fisiologico, indipendentemente dalla sua tenuta.  
E’ inoltre importante precisare che, nonostante l’utilizzo del navigatore, la manualità del chirurgo rimane invariata.

nav nav2

 

 

PAGINA PRECEDENTE

HOME